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23 luglio 2019
Il 90% di chi usa lo smartphone è analfabeta informatico (e gli altri lo diventeranno)

Dal titolo di questo articolo penserete che si tratti della delirante tirata di un luddista che non digerisce le novità offerte dalla tecnologia, ma non è così. Chi scrive ha avuto, per anni, l'opportunità di insegnare "informatica di base" in corsi per adulti, ed ha potuto constatare quanta gente non possieda l'interesse, la pazienza, o le capacità specifiche per usare con profitto un Personal Computer. Dopo l'avvento di Windows 95 si credeva che presto tutti avrebbero usato il computer nella quotidianità del nuovo millennio. Ma questa previsione si è rivelata decisamente ottimistica. Per quanto i sistemi operativi con interfaccia grafica fossero molto intuitivi, l'utilizzo di un computer richiede comunque una metodicità ed una applicazione (in senso figurato) che non tutti sono in grado di produrre. Configurare un client di posta elettronica o definire i parametri di amministrazione di una rete sono rimasti, per i più, esercizi "astrusi" da lasciar fare soltanto ai "guru" del computer, solitamente dei disadattati introversi, nell'immaginario collettivo. Tutti gli altri, quelli che si considerano persone normali con "ben altro da fare che perder tempo dietro a 'ste cose di computer", preferiscono limitarsi ad usare due programmini e lasciare tutte le "beghe" ai suddetti esperti.
Ma poi sono arrivati i colossi di internet, che hanno investito miliardi di dollari per far sì che tutti utilizzassero la grande rete, per poi riscuotere finalmente con gli interessi grazie ad un potenziale bacino di miliardi di utenti. Ma bisognava far si che questi utenti, su internet, ci arrivassero. E come fare, dal momento che buona parte della popolazione mondiale sembrava refrattaria all'uso abituale di un computer? Semplice: offrendo loro uno strumento più basico e meno avanzato. Lo smartphone.
Sì, avete letto bene: meno avanzato. Perchè l'approccio stesso dello smartphone, con i suoi schermoni touch screen, con le sue grosse icone da "accesso facilitato", con le sue "app" che fanno tutto alle spalle dell'utente con il (discutibile) pregio che questo non deve saper nulla per poterle utilizzare, è evidentemente nato per spingere una fetta di utenti totalmente impreparati ad usare tale strumento. E' sorprendente la quantità di anziani che si vedono in giro con il naso sullo schermo di uno smartphone, oggi. Sono quegli stessi anziani a cui non riuscivo proprio a fare entrare in testa come cambiare la pagina iniziale del browser (o che cosa fosse un browser), e che oggi sono lì a scambiarsi messaggi whatsapp con i nipoti, senza avere la minima idea di come questo avvenga.
"E cosa c'è di male?", starete pensando. Il male è che lo smartphone sta allevando generazioni di utenti sempre meno consapevoli di come funzionino gli strumenti informatici e telematici, che si gettino deliberatamente in pasto a coloro che dal "big data" traggono profitto. In un ambito talmente delicato per la privacy e la sicurezza personale, questo favorire l'analfabetismo informatico, non è soltanto pericoloso, ma rappresenta anche un mostruoso danno sociale.
La conseguenza peggiore è che anche coloro che sarebbero potenzialmente dotati per l'informatica, quegli stessi "millennials" che hanno imparato ad usare un PC prima di compiere i 10 anni, ora si sentono naturalmente spinti ad usare soltanto lo smartphone perchè un computer, con il proliferare delle tante app mobili, sta diventando superfluo. E così, anche coloro che utilizzano lo smartphone partendo da una posizione privilegiata di utente consapevole, finiranno pian piano per perdere le competenze che non utilizzano, e si ritroveranno anestetizzati come tutti gli altri "utonti" in balia di uno strumento che spia e controlla le loro vite.

Paolo Tortora
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